venerdì 27 giugno 2014

I perchè di un no

Vediamo di chiarire una volta per tutte la mia posizione.
E' risaputo da chiunque mi conosca che detesto il calcio, ma il significato di "detesto" sembra assai nebuloso ai più.
Secondo me lo sport va praticato, non guardato in TV. E' un'opinione, certo, buona come qualunque altra e contestabile come qualunque altra. Quando esco dalla piscina le endorfine hanno fatto il loro lavoro, se invece guardo un nuotatore in TV dopo 10 minuti sono morta di noia, anche se lui nuota divinamente e io no, anche se lui fa km senza che si noti la fatica e io tiro fiato ogni paio di vasche, e anche se generalmente i nuotatori hanno un gran bel fisico e di conseguenza sono un gran bel vedere....
Ognuno impiega il proprio tempo come meglio crede, quindi quel che fanno gli altri non è un mio problema. Se proprio non ho nulla da fare, mi piace guardare il pattinaggio o il nuoto sincronizzato o la ginnastica, ma mai per più di una mezz'oretta. Un po' di atletica o di basket mi affascinano, ma sempre per un tempo limitato. Ci sono sport cvhe proprio non mi piacciono perchè trovo noiosissimi: dal tennis al curling, dalla pallanuoto al salto triplo. C'è chi li pratica e chi li guarda... ribadisco, non è affar mio.
Tra questi sport noiosi rientra il calcio.
E qui partono le mie precisazioni.
Ora, non mi interessa se altrove l'approccio è diverso o uguale: io faccio riferimento all'Italia perchè è il luogo in cui vivo.
Se il calcio fosse trattato alla stregua di, che ne so, la pallavolo o la scherma o il salto con l'asta, mi limiterei ad ignorarlo. Ma il fatto che io lo detesti così tanto è dovuto a tutto ciò che rappresenta, a tutto il clamore che suscita, a tutto il suo "contorno".
Gente che solitamente ha il senso civico di un criceto (e non me ne vogliano i criceti!) con i mondiali si ricorda di essere parte di un unico popolo, rispolvera da chissà dove una bandiera italiana e fa di un gioco una questione di vitale importanza.
Gente che critica i politici (giustamente!) non si accorge di quali infami leggi vengano approvate nel disinteresse generale perchè l'unico argomento degno di nota è la Nazionale di calcio (e quest'anno l'abbiamo scampata uscendo subito... ne avevano in serbo delle belle!).
E non mi si dica che il calcio è lo sport nazionale, che è popolare, che piace a tutti e via dicendo. Se i bambini vengono cresciuti a pane e calcio a che cosa potrebbero appassionarsi in massa, al cricket?
Molti anni fa, viaggiando nella ex-Yugoslavia, ho notato che ovunque, anche nel paese più piccolo e sperduto, si trovava un muro di una casa con attaccato un canestro: a cosa giocavano tutti i bambini?
Chi va alle partite dei bambini assiste a scene ben poco educative (e per nulla sportive) da parte dei genitori (urli, insulti) che sperano nel piccolo campione che un giorno potrà essere ricco. Mi pareva che lo sport fosse divertimento, fatica e senso dell'onore: ho saltato qualche passaggio?
E' vero e giusto che in democrazia la maggioranza ha sempre ragione, ma il senso critico non deve abbandonarci mai perchè (citando la frase di Benigni che lui usa in un contesto differente) "il popolo sceglie sempre Barabba".
In un mondo ideale, il calcio sarebbe solo uno sport noioso che mi limiterei ad ignorare.
Nel contesto attuale, fatto di ragazzi strapagati che hanno perso il contatto con la realtà e si credono dei; gente che guadagna illecitamente cifre astronomiche truccando partite (periodicamnete la cronaca riferisce di qualche "scandalo"); di TV e giornali che scordano che il mondo è un disastro e ci sarebbero da fare inchieste interessanti e importanti se solo si lasciassero i  mondiali al loro posto, cioè nella pagina sportiva; di gente che spegne il cervello una volta in più per una banale partita.... bè, allora odio il calcio con tutta me stessa.
Potrei poi parlare della strage di cani fatta in Romania per gli europei o di quello che è successo in Brasile per non mostrare al mondo i poveri delle favelas, ma questa è un'altra storia e credo di avere attirito su di me abbastaza ire....

lunedì 16 giugno 2014

Vienna vista da me



…e anche quest’anno ce l’ho fatta: 4 giorni in una capitale europea.
Non so dire da quanti anni avessi l’idea fissa di visitare Vienna e a ben vedere non mi sbagliavo: è decisamente bella.

Efficienza, pulizia e organizzazione: miti teutonici che corrispondono a realtà. La pulizia non si discute (anche se le piazze in cui sostano le carrozze un pochino puzzano),
efficienza ed organizzazione pure. Al centro di Vienna si può fare il check-in per l’aeroporto e lasciare i bagagli per ritrovarseli a destinazione, metro e tram comodissimi, automobilisti che si fermano se solo ti avvicini alle strisce pedonali… L’unico rischio è di essere investiti dalle biciclette: se metti un piede sulla pista ciclabile (che spesso si trova praticamente sul marciapiede) ti trovi un ciclista che ti scampanella irritato e devi essere veloce a scansarti.

Nonostante la città pulluli di turisti, i viennesi sono cortesi e generalmente tutti parlano inglese.
I dolci sono ottimi
(oltre alla famosa Sachertorte ho mangiato lo strudel più buono della mia vita) ma sedersi in un caffè non è certo la scelta più economica. Abbiamo conservato uno scontrino che passerà alla storia: fetta di strudel €4,70, caffè (con un nome fantasioso, ma giuro che era un normalissimo caffè) €4,80!


Comunque sia, la città è bella, ben tenuta e i musei sono stupendi e curati. Non posso dire cosa mi sia piaciuto di più. Ovviamente ho visto tutto ciò che fa turista, dal castello di Schonnbrunn (dove ha vissuto la mitica Sissi) alla Riesenraad (la ruota panoramica), dalle varie residenze asburgiche allo Stephandome…





Già, gli Asburgo. Qui avrei un po’ di cose da dire. Abbiamo provato a raccapezzarci nell’albero genealogico, ma con schiere di figli non è facile seguire tutte le vicende. Mi sono però rimasti in mente alcuni aneddoti: ad esempio il fatto che il famoso Francesco giuseppe si alzava tutte le mattine alle 4 e passava l’intera giornata alla scrivania. E allora cosa sei imperatore a fare? Almeno un po’ di relax!
Al Museo del mobile ho anche visto qualcosa che mi ha lasciata perplessa. Non si poteva fotografare, ma io da brava italiana ho deciso di contravvenire alle regole e l’ho fatto. Di che si tratta? Il bidet personale di Sissi.
Allora, se lei lo aveva, perché mai non c’è nelle case (e negli alberghi) di oggi?
Un’altra cosa che mi ha colpito al cuore è stata apprendere che dopo varie vicissitudini la figlia prediletta di Maria Teresa è stata costretta a vivere spartanamente con solo 150 servitori e 200 cavalli! Immagino che vita dura!




Sono entrata in quella che era la biblioteca degli Asburgo (ora Biblioteca Nazionale): mi è sembrato di rivivere la scena del cartone animato Disney La Bella e la Bestia, quando la Bestia apre la porta della sua biblioteca per Belle. Migliaia di libri in locali stupendi, un sogno!

















Ho sempre avuto l’impressione di essere in una città vivibile, con ampi spazi, molto verde e mai caotica.

Ci tornerei sicuramente.