sabato 17 gennaio 2015

sabato 10 gennaio 2015

Senza commento

LE 10 REGOLE PER IL CONTROLLO SOCIALE - Noam Chomsky

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.

1 – La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 – La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…

7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9 – Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

giovedì 8 gennaio 2015

sabato 3 gennaio 2015

Un anno di libri

Mi piace sempre fare il bilancio di un anno di letture.
Nel 2014 sono rimasta sul mio standard, leggendo 49 libri...e mezzo, perchè l'ultimo iniziato è ancora in lettura.
Il libro più divertente è stato quello con cui avevo aperto l'anno: Lo zio Oswald di Roald Dahl. L'autore è già di per sè una garanzia, e questa storia irriverente e ironica mi ha divertito davvero molto.
Qualche libro mi ha delusa, perchè mi aspettavo di più o perchè me lo aspettavo diverso: La svastica sul sole, Leggere Lolita a Teheran e 12 anni schiavo.
Un discorso a parte merita Stephen King. Ho letto Doctor Sleep e dire proprio che mi abbia deluso no, ma mi ha dato l'idea di essere diventato troppo buono con l'età. Vent'anni fa i cattivi sarebbero stati più cattivi, il finale non si sarebbe raggiunto così facilmente e lungo la strada sarebbero morti più personaggi. il genio inventivo c'era (i "diavoli vuoti" sono stupendi), ma si è un po' perso, un po'....diluito è il termine che mi viene. Però il Re è sempre il Re e si è riscattato con 22/11/63, che mi è piaciuto molto di più.
Ho scoperto un'autrice che mi incuriosiuva da molto tempo, Simonetta Agnello Hornby: la sua Mennulara è stata una rivelazione e sicuramente leggerò altro.
La lettura che mi ha affascinato è stata I custodi del libro: la storia (a ritroso nel tempo) di un libro, partendo dal suo ritrovamento ai nostri giorni per arrivare secoli addietro al momento in cui è stato scritto.
Poi ci sono state le letture folli: ben 5 libri di Palahniuk (Survivor, Invisible monsters, Rabbia, Soffocare, Pigmeo), autore che definire folle è sicuramente riduttivo. accanto a questi però metto anche La città e la città: non il mio genere, ma ciononostante una lettura talmente particolare da lasciarmi piacevolmente sorpresa.
Molte sono le letture "ad alto punteggio", come mi piace definirle: Circolo chiuso (continuazione di La banda dei brocchi, ma ancora meglio), The help, La sfuriata di Bet, Il colore del latte, Una cosa da nulla, Non ti muovere, La figlia dello straniero. Diversissimi tra di loro, ma decisamente di mio gusto.
Ho lasciato per ultimi i due migliori, vale a dire quelli che mi hanno emozionato più di tutti. Curiosamente tutti e due hanno come protagonista una ragazzina, anche se le storie sono ambienrtate in momenti e situazioni lontanissime: Gli effetti secondari dei sogni e Storia di una ladra di libri. Li eleggo a migliori letture dell'anno, senza alcun dubbio.
Bilancio positivo, dunque.
Pronta a ripartire, questa volta con una novità. almeno per la prima parte dell'anno, le mie scelte saranno condizionate dalla partecipazione ad una sfida letteraria, il gioco dell'OSA tutte le informazioni qui). Non ho mai provato nulla di simile, vediamo dove mi porterà questo diverso modo di leggere.
Appuntamento qui, tra un anno.