martedì 29 aprile 2014

The dark side of (our) moon

Tutto ha due lati, questo con la saggezza dell'età l'ho imparato bene. Il problema è riuscire a (o avere voglia di) vedere il lato nascosto.
Siamo passati velocemente dall'avere poche informazioni ad esserne sommersi e a volte sembra che sguazziamo rischiando di affogare.
Mi viene in mente che alle scuole medie (anni luce fa), dove ho avuto la fortuna di avere alcuni insegnanti fantastici, avevamo seguito alcune lezioni sui giornali e l'informazione in generale. Sapevamo che chi scrive è spesso di parte, quindi pensavamo che le immagini fossero più obiettive: meglio un telegiornale che un quotidiano. Però ci hanno fatto notare che se in una battaglia si filmano dieci soldati che avanzano combattendo ma si omette di filmare e mostrare altri mille che fuggono, dove sta l'obiettività? Internet era ben al di là di quanto potevamo immaginare, ma l'insegnamento che derivava da questa constatazione (dubitate sempre e siate critici) mi è rimasto ben impresso.
La possibilità di accedere alle informazioni è uno strumento potentissimo. Ben lo sa, ad esmpio, la Cina, paese che viola sistematicamente i diritti umani e limita fortemente l'accesso a internet. Ben lo sa chi cerca di manipolare le menti, paventando minacce e pericoli per i frequentatori della rete. Ci sono sicuramente, nessuno lo nega, ma basterebbe fornire a tutti gli stumenti adeguati per difendersi. Magari migliorando l'istruzione. Magari spiegando già ai bambini che il miglior strumento di difesa è il pensiero critico.
Prima di internet non esistevano i pedofili? non esistevano i truffatori di ogni genere? Certo che si, agivano con mezzi diversi, tutto qui. Ogni oggetto (in senso ampio) è utile o pericoloso a seconda dell'uso: con un martello pesto un chiodo nel muro, ma potrei uccidere una persona; con una medicina posso guarire o avvelenare... mi par banale continuare.
La cosiddetta primavera araba avrebbe avuto più vittime senza la possibilità di mettere tutto, all'istante, davanti agli occhi del mondo. D'altra parte però se ogni singola notizia che passa sotto agli occhi viene presa per vera solo per il fatto di essere lì davanti a noi, siamo conciati peggio che cent'anni fa. Non dovremmo semplicemente far girare ogni notizia senza prima chiederci se è vera o falsa, senza chiederci quali sono le fonti. Altrimenti questo meraviglioso potenziale ci si può rivoltare contro.
Per non rischiare di affogare nel mare di informazioni prima di tutto mi sembra importante non essere superficiali. In effetti è proprio la superficialità uno dei rischi più grossi: una notizia non è vera solo perchè sta scritta da qualche parte su internet. E poi, chi continua a seguire una notizia il giorno dopo? chi cerca di scoprire l'altro lato di ogni avvenimento?
E rieccomi al punto di partenza. Dubitare e mettere in moto il cervello, non c'è altra soluzione.
O diventeremo noi l'altro lato, quello totalmente oscuro.

mercoledì 23 aprile 2014

Giornata mondiale del libro

Questi gli ultimi "arrivi" nella mia libreria...... direi che io celebro degnamente questa giornata

domenica 20 aprile 2014

Ci sono giorni che.....

Avete presente quella sensazione tipica di quando si è ad un concerto, pigiati tra centinaia di persone, tutti quanti a cantare e ballare insieme al cantante/gruppo di turno? Quella sensazione di far parte di un qualcosa di più grande, quella sensazione di appartenenza. Non sei solo, sei la cellula di un organismo più grande, ti senti all'unisono con tutti gli altri... Ecco, questo è un qualcosa che mi manca nella vita di tutti i giorni. Ok, un concerto è un momento particolare, mica si può essere esaltati così ogni tre per due. Però ogni tanto vorrei sentire un qualcosa di simile in situazioni più normali, più quotidiane.
Sarà perchè da bambina mi sono trasferita spesso. Non ho un luogo dove posso dire di avere radici, quelle che ti vengono dall'essere nata e vissuta per anni nello stesso paese. D'altra parte non sono mai stata in luoghi così lontani o diversi da essere considerata un po' "esotica", neppure da avere quello che (un po' pomposamente) si definisce il mondo come casa. No. Ogni trasferimento una specie di taglio col passato: di ogni luogo in cui ho vissuto mi restano conoscenze, ricordi e poco di più.
Per questo non ho il classico gruppo di amiche che mi conoscono "da sempre". Ovviamente ho amiche (anche molto care), ma tutte amicizie nate in età adulta e quindi con una connotazione diversa. Ogni amica è in un certo senso un qualcosa a sè stante: io e lei, mai noi parte di un gruppo.
Con gli anni ho imparato a stare bene con me stessa, ad essere capace di stare da sola, a cercare la compagnia solo quando ne ho voglia o occasione, non a tutti i costi.
Però (c'è sempre un però). Però mi capita spesso di sentirmi una specie di outsider. Come se fossi una persona invisibile in mezzo ad una folla. come quando da bambini si fanno le squadre per un gioco ed il più imbranato del gruppo viene sempre scelto per ultimo, anzi, se si è dispari resta fuori dal gioco: mi sento un po' una bambina imbranata dispari.
E mi chiedo dove sta il problema. Attimi di malinconia che mi fanno vedere la realtà deformata? Circostanze casuali che quindi non dipendono nè da me nè da altri? Oppure davvero c'è qualcosa che sbaglio, qualche segnale che parte da me e viene captato distorto da altri (o che io distorco già in partenza)? Non lo so, e spesso ci rimugino sopra quando non rieso ad addormentarmi.
Vorrei una bacchetta magica per cambiare le cose, o almeno per capire....
Mi pare di essere il patetico orfanello di storie strappalacrime che guarda le finestre illuminate delle case e schiaccia il naso sul vetro osservando la felicità e il calore altrui. C'è una lastra di vetro tra me e il mondo che vorrei. L'ho messa io o la mettono gli altri? Questo è il dilemma che vorrei risolvere.
E intanto guardo, ascolto, fingo, sorrido.... e continuo a sperare che, prima o poi, anch'io venga scelta per far parte della squadra.

domenica 13 aprile 2014

Tutto (o quasi) quello che mi piace

Mi piace l'azzurro.
Mi piace il mare. Il mare liscio e piatto, con il sole che ci si riflette e fa tante lucine che abbagliano. Il mare in burrasca, grigio e violento. Il mare deserto, al tramonto, con lo sciabordio delle onde che sembra una musica rilassante.
Mi piace far scorrere la sabbia fra le dita.
Mi piace l'odore del sole sulla pelle. Dopo una giornata in spiaggia, quando il sole si abbassa, il caldo diminuisce, si alza la brezza e la pelle è un mix di crema solare, sale, sabbia... resto sdraiata e appoggio il naso sulle braccia per annusare quel profumo particolare.
Mi piace accarezzare i gatti.
Mi piace tenere in braccio i bambini. Più sono piccoli, meglio è. Se dormono è il massimo. Anche se dopo un po' cominciano a pesare, anche se il braccio inizia a formicolare, non importa.
Mi piace leggere. Da sola, in silenzio, raggomitolata sul divano, entrare nelle storie, farne parte al punto da dover metterci un attimo, quando alzo gli occhi, a rendermi conto di essere a casa mia.
Mi piacciono le sorprese. Una telefonata inaspettata, un regalo, una visita, una lettera, un pacchetto... anche se la sorpresa non è per me ma per le mie figlie.
Mi piace trovare posta nella cassetta delle lettere. Anche ora, nell'era della comunicazione istantanea (che uso alla grande), lettere e cartoline continuano ad affascinarmi.
Mi piacciono i temporali. Più forti sono, meglio è, soprattutto di notte, mentre sono a letto.
Mi piace la musica.
Mi piace cantare mentre guido. Sono stonata, ma non mi importa: se sono sola canto a squarciagola seguendo la musica.
Mi piace guardare il fuoco.
Mi piace la cioccolata.
Mi piace il rumore dei passi.
Mi piace il muso del cane che si infila sotto la mano per farsi accarezzare.
Mi piace guardare le foto. Vecchie, recenti, di amici, di sconosciuti. Le ingrandisco alla ricerca dei particolari, scruto ogni minimo dettaglio.
Mi piace il cielo stellato.
Mi piacciono gli aeroporti.
Mi piace osservare la gente, soprattutto gli sconosciuti, e immaginare le loro storie.
Mi piace dormire fino a tardi. Soprattutto l'attimo in cui mi sveglio, guardo l'ora e scopro che posso girarmi e riprendere il sonno interrotto.
Mi piace camminare a piedi nudi sulla sabbia.
Mi piace il profumo dei dolci che si diffonde per casa quando cuocio una torta.
Mi piace la birra.
Mi piace l'odore dei libri nuovi.
Mi piace viaggiare in auto di notte, quando guida qualcun altro, e chiudere gli occhi lasciandomi cullare dal movimento.
Mi piace il profumo dell'erba appena tagliata, della terra dopo un temporale, del bosco.
Mi piace guardare le nuvole. quelle bianche, che sembrano panna montata e che cambiano forma, e quelle nere, minacciose.
Mi piace il rumore dell'acqua che scorre.
Mi piacciono i raggi di sole che filtrano dietro una nuvola.
Mi piace far colazione da sola, in silenzio, con calma.
Mi piace sapere che questo elenco è incompleto e che se ci penso continuo a trovare cose che mi piacciono...

venerdì 11 aprile 2014

Amicizia (e libri) nell'era di internet

Quando due anni fa sono andata a Firenze per trovarmi con le mie "amiche virtuali", è saltata fuori una cosa che, con piccole sfumature dovute alla diversa composizione di ogni famiglia, ci accomunava: i velati rimproveri di figli e genitori. Parlando del nostro ritrovo, i figli hanno puntualizzato la nostra incoerenza: per anni li abbiamo messi in guardia dai pericoli delle conoscenze in trete, e poi ce ne siamo andate tranquillamente NOI ad un ritrovo tra sconosciuti! Le madri, invece, ci hanno detto di stare attente...
Ci abbiamo riso e scherzato sopra per un po', ed ora ripensandoci mi è venuta l'idea di questo post.
Si, perchè cosa intendo quando dico "amiche virtuali"? Già la definizione è un po' tirata per i capelli, forse andrebbe meglio "amiche anobiane" (quella di mio marito, "le altre sciroccate come te", mi sembra poco lusinghiera, soprattutto perchè scrivendo non si vede il sorritto ironico che accompagna queste parole). Anobiane perchè facciamo parte del social network Anobii: per chi non lo conosce, semplificando, è un sito su cui si può catalogare la propria libreria e interagire con altre persone riunite in gruppi.
Ci accomunano quindi una grande passione, quella per i libri e la lettura. A quanto pare è una base più che sufficiente per creare legami, ma anche vere e proprie amicizie, magari con caratteristiche diverse da quelle dell'amica che vive a due passi da casa, ma pur sempre di una forma di amicizia si tratta. Il bello è che si annullano l'età, la distanza, lo stile di vita....
I vari gruppi hanno intenti svariatissimi: si va dagli utenti di una particolare area geografica agli appassionati di un genere o di un autore, da chi vuole scambiare libri a chi soltanto chiacchierare... c'è un po' di tutto, insomma.
Io frequento soprattutto tre gruppi e uno di questi ha una serie di iniziative di interscambio fantastiche. La mia preferita è Carta e Penna: chi si ricorda il modo di comunicare dell'era pre-internet? Le vecchie amate lettere di carta, l'attesa del postino, il bisogno di ritagliarsi un po' di tempo per mettersi tranquilli a scrivere.... ecco, noi lo facciamo ancora. Ci scriviamo e devo dire che in questo modo alcune amicizie diventano più profonde. E a volte nasce la voglia di incontrarsi "dal vivo".
Ci si scambiano regali di compleanno, auguri, ci si sente un po' "zie" dei bimbi che nascono, ci si tiene aggiornati sulle vicende delle vite di tutti. Alcune sono diventate amiche in carne ed ossa perchè periodicamente ci si incontra e la cosa davvero bella è che quando ci si vede (anche se è la prima volta) è come trovarsi con un'amica che si è trasferita in un'altra città.
E si crea anche una rete di mutuo aiuto. Quando ho sistemeto la biblioteca scolastica, per aggiungere libri recenti ho lanciato un appello e in poco tempo sono stati donati ben più di un centinaio di libri. Un mio amico aveva bisogno di un bed&breakfast con particolari caratteristiche in una determinata zona di Verona, io ho spiegato il tutto ad un anobiano veronese e in un attimo l'amico è stato sistemato.
Ci scambiamo consigli, ci sfoghiamo e ci sosteniamo a vicenda... E' qualcosa che ci arricchisce, non c'è che dire, è il lato positivo della rete, è il buon uso della tecnologia: è (anche) l'amicizia nell'era di internet.
A proposito, la foto di introduzione è la pila di libri che mi è arrivata per il mio compleanno...

mercoledì 9 aprile 2014

La foto della settimana

I primi acquisti della stagione: ormai è primavera, è ora di colorare un po' il giardino, il balcone e il terrazzo