domenica 16 novembre 2014

Eh, siamo in Italia...



Sarà che non sopporto chi non si prende le proprie responsabilità;  sarà che penso che quando uno non ha niente da dire farebbe meglio a tacere (o se proprio non ce la fa potrebbe limitarsi a parlare banalmente del tempo), fatto sta che non sopporto le frasi fatte. Mi si rivolta lo stomaco ogni volta che ne sento una, alcune poi più di altre. Ultimamente ho notato che la più 2gettonata” del momento è  “eh, siamo in Italia!” riferito a tutto ciò che di negativo ci capita.
Allora, l’Italia non è un’entità astratta che ci manda i suoi influssi negativi: l’Italia è una nazione, vale a dire un territorio delimitato da confini entro cui vivono in prevalenza cittadini italiani, cioè persone in carne ed ossa. Io, tu che stai leggendo, il vicino di casa, il giornalaio, il panettiere…. E tutte queste persone ogni tot vanno (o dovrebbero andare, ma se non lo fanno è affar  loro) in una cabina elettorale per mettere una bella X su un simbolo o un nome: così facendo delegano altre persone a governarli.
Quindi se le cose non funzionano un poi’ di colpa ce l’abbiamo tutti noi.
E’ vero che siamo ad uno stadio in cui è difficile scegliere, ma ci siamo arrivati piano piano nel tempo. E ognuno di noi è complice.
Ogni volta che chiudiamo gli occhi davanti ad un comportamento disonesto.
Ogni volta che non chiediamo una ricevuta fiscale.
Ogni volta che sorridiamo al furbetto di turno e diamo dello sfigato ad uno onesto.
Ogni volta che facciamo i fari per segnalare un autovelox.
Ogni volta che cerchiamo di saltare una fila.
Ogni volta che raccomandiamo  o ci facciamo raccomandare.
Ogni volta che cerchiamo una scorciatoia.
Ogni volta che freghiamo, nascondiamo, rubiamo con la scusa che tanto lo fanno tutti.
Ogni volta che “non è stato mio figlio”.
Ogni volta che i cattivi sono sempre e solo gli altri.
Ogni volta che facciamo un lavoro male perché tanto non importa.
Ogni volta che accettiamo di lavorare sottopagati o in nero.
Ogni volta che non paghiamo il giusto.
Ogni volta che assumiamo qualcuno in nero.
Ogni volta che guardiamo il nostro piccolo orticello e ce ne freghiamo di tutto il resto.
Perché i politici che ci governano non solo li abbiamo eletti noi, ma sono anche loro persone in carne ed ossa, nate e cresciute come noi  e diventate potenti grazie a favori fatti ad altri e poi dispensati a noi. E ogni volta che usiamo una frase fatta evitiamo di esprimere un’opinione, cioè di pensare e ragionare.
Ed è facile, molto facile, manovrare chi non pensa.