sabato 29 marzo 2014

Quello che vorrei...

Pochissimi giorni e sarà il mio compleanno. A me piace festeggiarlo, non tanto per contare gli anni, ma perchè è il "mio" giorno, per festeggiare il fatto che esisto.
Però la realtà è che gli anni passano e ad un certo punto ci si rende conto che il tempo non è infinito. Certo, non so se domani mattina un meteorite mi colpirà e incenerirà o se diventerò una centenaria rimbambita, ma prima o poi il mio tempo avrà fine.
E così ho cominciato a pensare alle cose che voglio fare e ne è uscito un elenco un po' folle. Sono moltissimi i luoghi che vorrei vedere, ma ci sono quelli per i quali ho proprio una particolare fissazione. E anche le cose da fare sono infinite, ma ci sono quelle che assumono un fascino particolare.
L'elenco (incompleto e in continuo divenire) per ora è il seguente.

- Vedere il Grand Canyon. Io intendo proprio arrivare lì, ad un passo dal finale di Thelma & Louise e fermarmi davanti.... davanti a cosa? Non lo so, per questo devo andarci!

- Fare un giro in elicottero. Cioè, in realtà io avrei voluto scrivere "fare il bangee jumping", ma mi è totalmente negato per via della mia schiena. Magari non succederebbe nulla di troppo grave, ma il contraccolpo dell'elastico potrebbe creare problemi dove già ce ne sono tanti e questo proprio non è il caso. Però vorrei salire su un elicottero e lasciarmi penzolare da una corda (in stile soccorso dopo un disastro), giusto per provare un filo di adrenalina.

- Passare una giornata con i cacciatori di tornado. Adoro i temporali, mi piace vedere quando si scatenano gli elementi della natura, mi affascina stare ai bordi del pericolo... E sono rimasta del tutto ammaliata da un film, Twister, che racconta la storia di un gruppo di storm-catchers. Pensavo fosse un'invenzione cinematografica, ma da quando ho scoperto che esistono davvero, la mia fantasia ha iniziato a galoppare.
 Sarebbe una delle cose più fantastiche da fare.

O forse ce ne sarebbe un'altra ancora più adrenalinica.

- Entrare in una gabbia per osservare gli squali. Esistono queste specie di gabbie in cui si entra, si viene calati in mare in zone a forte presenza di squali e si resta lì ad osservarne il comportamento. Mi è capitato di vedere uno squalo all'Acquario di Genova e già così è abbastanza inquietante: dal vivo, da vicino, deve essere una sensazione pazzesca. Insomma, forse qualche pericolo può esserci, ma nulla è esente da rischi.

-Una giornata di shopping sfrenato. Questa è la più prosaica di tutte e anche la più banale, lo so. Però l'idea di passare una giornata intera a scegliere tutto quello che mi va senza mai guardare il prezzo.... Un po' alla Pretty Woman, insomma.... solo che io entrerei di sicuro anche in qualche libreria.

- Tatuarmi un po' di stelline sulla spalla. Questa è un'altra storia, che non dipende da me, che ha un suo particolare significato e che, a ben vedere, è tra i miei desideri quello che spero più di tutti di riuscire ad esaudire....

sabato 22 marzo 2014

Pensieri sparsi

Stamattina ho aperto la finestra e,come da previsioni metereologiche, il cielo era grigio, pronto per la pioggia.
Guardavo i colori spenti, l'orizzonte limitato dalla foschia (niente montagne, solo sfumature di grigio), gli alberi da frutta pieni di fiori che un paio di giorni fa avevo fotografato come simbolo primaverile, e pensavo a quanta differenza possa esserci nello stesso paesaggio con o senza sole. E' tutto lì, allo stesso posto, ma cambiano i colori, cambia la luce.
Ho sempre odiato fisica a scuola, quindi non mi ricordo bene come funziona tutta la storia della rifrazione della luce, della percezione dei colori e tutto quanto: comunque sia stamattina i colori sono meno brillanti, sono spenti.
E allora sono partita con le mie elucubrazioni mentali, con la filosofia spicciola del pensiero quotidiano.
In fondo abbiamo tutti bisogno del nostro personalissimo sole che dia colore, brillantezza e spessore alla vita.
Per qualcuno può essere una grande passione: che corrisponda ad un lavoro o ad un hobby poco importa, ciò che conta è che illumini il buio, come si dice. Come quando leggendo certi libri io non mi ricordo più dove sono, perdo la nozione di tempo e spazio e mi ritrovo dentro la storia.
Per qualcuno può essere l'amore, quello che dà luce quando si è insieme, o nel momento in cui si è lontani ci lascia nella mente il ricordo del paesaggio a colori e la certezza che basterà averlo vicino per riaccendere tutto.
E mi sto chiedendo anche cosa sia o dove sia il mio sole ora.
Forse lo so.

giovedì 20 marzo 2014

Foto del giorno

Oggi alle 17.57 c'è stato l'equinozio di primavera.
E la foto di questa mattina rende l'idea.

giovedì 13 marzo 2014

Un giorno in una foto

Lo so che marzo è un mese infido, perchè dà l'illusione che la primavera sia arrivata, mentre il maltempo e il freddo possono tornare da un momento all'altro..... ma per me la forsitia in fiore è primavera. Punto.

martedì 11 marzo 2014

Ai posteri l'ardua sentenza... o no?

Ieri ho fatto un test, di quelli che capita di trovare online, così, tanto per perdere tempo e perchè io ho una passione insana per ogni tipo di questionario. Sono malata, lo so.
Questo test serviva a scoprire se potevo essere considerata una mamma machiavellica o no.
Lo sono, qualunque cosa significhi.
Il tutto era finalizzato a pubblicizzare un libro (Machiavelli per mamme, o qualcosa di simile) che, a dir la verità, non mi incuriosisce più di tanto, perchè mi suona come uno di quei manuali molto american style che pretendono di insegnarti la verità assoluta su un determinato argomente. Come se non ci fosse differenza tra esseri umani e motore di un'auto, o computer o giardino da coltivare. Con me non funziona neppure un manuale di giardinaggio, figuriamoci!
Però tutto fa pensare, soprattutto quando ti ritrovi a fare lavori noiosi e ripetitivi come spolverare o lavare un pavimento: attività cerebrale quasi piatta, quindi largo al pensiero libero.
La prima considerazione è: perchè queste cose sempre per le madri e mai per i padri? solo noi dobbiamo sobbarcarci tutti sti problemi? Ho fatto bene/male, sono una buona/cattiva madre, oddio sarà frustrato/depresso/delinquente/scoraggiato/perdente (sempre al negativo, eh!) per colpa mia?
Gli uomini hanno una mente più semplice, tutte queste domande non se le fanno, o forse si, ma in misura nettamente minore.
E poi mi chiedo: fino a quando dovrò "fare" la madre? E intendo fare, non essere. Perchè ovviamente si è genitori a vita e nei figli immagino si veda sempre riflesso un po' di quel piccolino che ci siamo stretti tra le braccia appena nato.
Fare i genitori è tutta un'altra storia. significa educare, crescere, aiutare.... fino a quando? aiutare magari sempre, almeno quando lo chiedono. Ma dove sta il confine tra il voler insegnare (o trasmettere, forse è un vocabolo migliore) e semplicemente stare accanto? fino a che li si mantiene? fino a che vivono in casa con noi? come si fa a rendersi conto che è giunto il m omento di fare un passo indietro e smettere di fare i registi per trasformarsi in spettatori?
Rispettare le loro scelte anche quando non ci piacciono forse è un punto di partenza...
Io mi trovo in questa "terra di nessuno", ora. Ho sempre pensato che il mio compito fondamentale di genitore fosse quello di rendere le mie figlie capaci di essere indipendenti, e credo di esserci riuscita. Con un filo di nostalgia, perchè se fossero più "mammone" forse sarebbero più "appiccicate", ma capisco che quando dico così vedo le bambine che erano e non le ragazze (quasi donne) che sono.
Certe loro scelte mi piacciono, altre no.
Certe mi rendono orgogliosa, altre meno.
Certe mi mettono ansia, perchè so che sono difficili.
Sempre più spesso faccio un passo indietro invece che "mettere il becco".... è questa la via da seguire?
Spero di scoprirlo, prima o poi.

domenica 9 marzo 2014

La foto della settimana

Questa settimana c'è stata la giornata della donna e il 5 marzo la presentazione del libro che ho organizzato, orgogliosa di farlo.
E felice di incontrare belle persone.

sabato 1 marzo 2014

La foto di oggi

1 marzo: flash mob letterario
Compriamo un libro,
facciamo vincere la cultura
Questo è il mio acquisto: non ne so niente, mi ha semplicemente attratto....

Caro pubblicitario

Caro pubblicitario,
a me piace immaginarti così, come Archimede nei fumetti di Topolino che leggevo da bambina, col cappello del pensatore e  la lampadina che si accende per ogni idea.
Lo so che la realtà non è questa. C'è tutto uno studio dietro ogni spot, che parte dal target, cioè chi in quella fascia oraria e durante quella trasmissione sarà un potenziale spettatore.
Ecco, caro pibblicitario, questo mi crea qualche problema. Perchè io guardo la TV solo alla sera, quando c'è un film oppure un serial che mi piace, quindi appartengo ad una certa categoria....ma come mi definisci?
Pare che, secondo te, a me e ai miei simili piacciano le auto: dovremmo cambiarne una al mese per tenere il ritmo! Tra l'altro non ho ancora visto uno spot che mi facesse venire anche solo l'idea di andare a dare un'occhiata ad un'auto piuttosto che un'altra. Mi dispiace, con me hai fallito.
In secondo luogo pare che, auto o no, abbiamo tutti problemi coi nostri intestini. Prendiamo un italiano medio e avrà difficoltà a disegnare un fegato, un polmone, addirittura un cuore.... ma sicuramente l'intestino lo disegnerà in un nanosecondo! Ormai l'abbiamo visto come un giardino da percorrere in bicicletta, con le palline colorate tipo pista delle biglie, col bifidus bacterium (o come si chiama) che passeggia qua e là.... E tutti noi, prima o poi, saremo sorpresi dalla diarrea. Sorpresi. Come se una malattia o un malessere di solito ci mandassero un sms per dire "Arrivo domani tra le 19 e le 20, ci sei?" Ultimamente sono stata sorpresa da un raffreddore: anche stavolta direi che con me hai fallito.
E poi valanghe di cibo (e ti credo che l'intestino abbia problemi!). Pare che la nostra seconda occupazione (dopo la corsa da un concessionario auto e l'altro e nei momenti in cui la diarrei ci ignora) sia quella di mangiare, possibilmente senza cucinare, al massimo si scongela e riscalda. E mentre mangiamo, c'è chi consola le galline. Sai, caro pubblicitario, se al supermercato mi capita sott'occhio un pacchetto di biscotti col galletto ho un rifiuto tale che cambio corsia! Sarò strana io, che in cucina sono creativa e che a colazione lancerei un coltello a chi osa rivolgermi la parola.
A proposito, caro pubblicitario, mi piacerebbe conoscerer la tua famiglia. Si, perchè mi chiedo da dove nasca l'idea dell'allegra famigliola che al mattino si riunisce sorridente e scattante per far colazione in una luminosissima cucina. Sarà perchè io di solito metto in tavola torte fatte da me invece che saccottini e colazioni più, ma se siamo costretti ad incontrarci, le interazioni sono ridotte a livello di suoni gutturali e la luce è la quantità minima indispensabile a mirare la tazza versando il latte.
Immagino poi, caro pubblicitario che il tuo calendario sia di un tipo speciale. Al posto dei mesi, le pagine invernali sono piene di bronchi intasati da catarro che va sciolto e gole incendiate da spegnere, mentre l'estate è tutto un altolà al sudore o cellulite da combattere. Che vita triste, la tua!
Una cosa è vera: tutti possediamo un cellulare ed è un continuo dribblare tra le tariffe alla ricerca della migliore. Ma anche qui, cosa ti fa pensare che dei pinguini che cantano o un esemplare di italiano medio refrattario alla palestra mi facciano optare per quell'operatore di telefonia mobile?
In questa sovrabbondanza di spot, ogni tanto (diciamo una volta ogni 2 o 3 anni) c'è una pubblicità simpatica, divertente, ironica... Peccato però che la mia preferita non sia italiana.
Caro pubblicitario, guardala anche tu e provaci: se ce l'hanno fatta loro, puoi farcela anche tu!