sabato 25 maggio 2013

Aprimi fratello

Aprimi fratello 
( René Philombé)


Ho bussato alla tua porta
ho bussato al tuo cuore
per avere un letto
per avere del fuoco
perché mai respingermi ?
Aprimi fratello !
Perché domandarmi
se sono dell’Africa
se sono dell’America
se sono dell’Asia
se sono dell’Europa ?
Aprimi fratello !
Perché domandarmi
quant’è lungo il mio naso
quant’è spessa la mia bocca
di che colore ho la pelle
che nome hanno i miei dèi ?
Aprimi fratello !
Io non sono nero
io non sono rosso
io non sono giallo
io non sono bianco
non sono altro che un uomo.
Aprimi fratello !
Aprimi la porta
aprimi il tuo cuore
perché sono un uomo
l’uomo di tutti i tempi
l’uomo di tutti i cieli
l’uomo che ti somiglia !

mercoledì 22 maggio 2013

Salone del Libro: io c'ero!!

Dopo anni, finalmente c'è stata una congiuntura astrale favorevole (bè, si, a questo punto scomodo gli astri, perchè c'è stata una serie di coincidenze irripetibili) e ce l'ho fatta: sono andata a Torino al Salone del Libro.
Lunedì, ultimo giorno. Partenza presto, per essere lì all'ora dell'apertura... Mai stata prima a Torino e ho scoperto una cosa di questa città: le rotonde con semaforo. Io ho sempre inteso una rotonda (o rotatoria, come dice il navigatore) come un qualcosa che, tra l'altro, serve a evitare i semafori. A Torino no: per immettersi sulla rotonda bisogna sottostare al semaforo. Pare sia per via dei tram.... Comunque: un'ora e mezza per fare 150km e un'ora per fare gli ultimi 7. L'importante è essere arrivati....
Una volta lì.... il paradiso, direi! Per me che vivo in un piccolo centro che ha un'unica piccola libreria trovarmi in mezzo a tutti quei libri è stato come per Pinocchio arrivare nel paese dei balocchi!
Non ho partecipato a convegni e non ho neppure incontrato scrittori (magari qualcuno c'era, ma nel caso non me ne sono accorta). Ho incontrato due amiche di Anobii (incontro organizzato, ovviamente), cosa che ha ulteriormente contribuito alla piacevolezza della giornata. Una delle due era lì allo stand di una piccola casa editrice (Edizioni Compagine) che è nata dal coraggio di alcuni giovani.
Come dice questa maglietta (adocchiata ad un altro stand e subito "adottata"), c'è ancora qualcuno che prova a buttarsi in avventure poco popolari.... Spero davvero che per loro funzioni.... e intanto leggerò il libro che ho acquistato e che mi ispira molto, E poi madri per sempre di Maria Grazia Giordano







Sono proprio state le piccole case editrici la mia "scoperta". si, perchè al di là dei grandi nomi, dei grandi scrittori, davvero è difficile avere altre occasioni per perdersi a sfogliare libri tra i quali sicuramente si nascondono letture piacevolissime ma poco conosciute.

Ovviamente ho approfittato per fare incetta di segnalibri per la mia collezione:

Alcuni sono davvero decisamente carini











Girando sono capitata in uno stand che con la letteratura ha poco a che fare, ma dove avrei dilapidato un patrimonio... Una casa editrice che produce principalmente libri di ricette e di rimedi naturali, ma anche meravigliosi calendari, quadernini, album di ogni tipo... non ho resistito e ho preso un graziosissimo quaderno dove scrivere le mie ricette dolci:
Alla fine il mio "bottino" in libri è stato soddisfacente
Direi che non mi resta che aspettare il prossimo anno....

domenica 19 maggio 2013

19 maggio

E' da un tempo lunghissimo che non scrivo più il mio "diario di campagna", più che altro perchè in fin dei conti le stagioni si susseguono puù o meno uguali.
Ultimamente però sto arrivando all'esasperazione. va bene che vivo in una zona ricca d'acqua. Va bene che la primavera spesso alterna giornate calde ad altre molto fredde. Va bene che qui piove molto, in particolare proprio in primavera............ ma adesso basta!
Oggi, sfidando i nuvoloni neri e minacciosi e facendo conto sugli sprazzi azzurri, sono uscita per la mia abituale passeggiata domenicale (per la cronaca: ha iniziato a piovere 5 minuti dopo che sono rientrata in casa). Mi pareva di camminare nei boschi delle favole: era tutto un susseguirsi di ruscelletti e cascatelle, il fossato che costeggia la strada sembrava più che altro un piccolo fiume. E le previsioni meteo non sono incoraggianti...

venerdì 17 maggio 2013

AAGGHH!!!

E' venerd' 17.... hai voglia a dire che è stupido essere superstiziosi: la razionalità non sempre vince.
Aggiungiamo che il tempo è uno schifo (e per una metereopatica....)
Aggiungiamo che una figlia su due mi ha "tirato fuori dagli stracci" e l'altra non è un bijou
Aggiungiamo che mi sono svegliata con un gran mal di testa
La somma è......... lasciatemi in pace o non rispondo delle mie azioni!!!

lunedì 13 maggio 2013

Mamma vs zia

Sarà che c'è stata la Festa della Mamma. Sarà che io sono incline a rimuginare. Sarà... qualunque sia il motivo, mi trovo a riflettere sul ruolo di genitore, mamma nella fattispecie.
Fondamentalmente immagino che tutti vogliano il meglio per i propri figli, li vogliano vedere felici, vogliano evitare che soffrano, cercano di proteggerli... Umano, naturale, ma ovviamente la vita riserva a tutti una buona dose di sofferenza o di pericolo o comunque di negatività. Ho sempre ritenuto che il modo più efficace di proteggere i figli sia quello di abituarli a cavarsela in ogni situazione. E in fin dei conti non è poi così difficile quando sono piccoli (ovviamente se non accade nessun evento particolarmente grave): si tratta di restare accanto a loro nelle piccole situazioni quotidiane, quando litigano con un amichetto, quando si deve dire no all'ennesima richiesta di un gioco nuovo, quando a scuola qualcosa non va....
Poi crescono e diventa sempre più difficile. I terribili anni dell'adolescenza, le prime scelte importanti, gli amori, le lotte per conquistare una forma di autonomia.
E poi.... e poi arrivano i periodi come questo, in cui non so fare un bilancio del mio "lavoro". Quando vedi che tante cose non vanno ma non puoi intrometterti, quando sai e non sai, ma riesci a capire che c'è un dolore di fondo, quando ti rendi conto di un comportamento sbagliato ripetuto nel tempo che porta solo frustrazione e non puoi dirglielo, quando vorresti far scomparire magicamente chi (in un modo o nell'altro) si comporta "male" (inteso nel senso di procurare sofferenza) con quelli che per te sono sempre i tuoi "cuccioli" ma, accidenti, la magia non esiste.....
Di sicuro è meno faticoso essere una zia!

mercoledì 8 maggio 2013

Writers

Lo so che questo post sarà un filino polemico e politicamente scorretto. e so anche che molti non la pensano come me, ma....
Ma sono stufa di sentire al telegiornale la cronaca di quella che io chiamo la crociata ipocrita (che poi le crociate sono ipocrite per definizione, ma non è questo il momento di parlarne).
Ovviamente sono la prima a dire che i monumenti, i palazzi storici ecc ecc non vanno nè sporcati nè rovinati, ci mancherebbe altro. Ma i muri di cemento delle periferie? i vagoni dei treni? sono forse belli? sono artistici? diciamocelo, fanno più o meno schifo. Non sarebbero forse più belli se, chessò, passasse un Guttuso e ci facesse un bel dipinto?
 Ecco, al Sacro Monte di Varese, tanto per dire, Guttuso ci è passato e ha lasciato questo murale.








Qualcuno ha presente i murales di Orgosolo?
Basta prenderne uno a caso, e vorrei sfidare chiunque a dire che non è un'opera d'arte. Io ci sono passata parecchi anni fa e mi pareva di stare in un meseo all'aria aperta...





Quindi, di per sè, i murales non sono necessariamente "brutti, sporchi e cattivi".


E adesso vorrei spendere due parole su questi writers. Vediamo di distinguere. Ci sono i veri writers, che sono quelli che disegnano (con un'abilità veramente notevole) e firmano con un loro nome (tutti ne hanno uno, ovviamente ognuno se lo sceglie). Io li ringrazierei pubblicamente, altro che combatterli. Ho visto in giro disegni splendidi, che non hanno nulla da invidiare agli artisti più noti. Un giorno me ne andrò in giro a fotagrafarne alcuni, perchè meritano decisamente.
Poi ci sono gli imbrattatori e questi sono un'altra categoria. Sono quelli che ovunque scrivono di tutto (magari assassinando brutalmente ortografia e grammatica). Scrivono, non disegnano, e non c'è nulla di artistico nelle loro scritte, neanche a cercarlo. Le scritte sono le più varie, ma da un po' di anni a questa parte e soprattutto dove vivo io la fa da padrone la scritta "politica", generalmente con spray verde, di simpatizzanti, sostenitori o come li si voglia chiamare, della Lega Nord. E bravi! Poi senti che il tal comune (a maggioranza Lega) ha "dichiarato guerra" ai writers.........
Allora, un po' di coerenza? cominciamo a togliere gli adesivi dai cartelli stradali, a cancellare queste scritte pseudopolitiche e spesso decisamente razziste, poi impariamo a usare i termini adatti (ogni parola ha un suo significa, writer compresa), insegnamo un po' di storia dell'arte (e tanto rispetto) e forse il problema non sarà più tale....
 Lo so, a me piace sognare....

giovedì 2 maggio 2013

BONK

Non ricordo qual era il fatto di cronaca in questione, ma alcuni anni fa Michele Serra scrisse uno dei suoi capolavori, la Lettera al naziskin.
La trovo comunque attualissima e direi che di tanto in tanto certe cose vanno ripetute, per cui la ripropongo...


Caro naziskin, io scrivere te con parole facili facili, così forse tu capire. Io leggo su giornali che tu essere 'bestia' e 'belva', ma io non credere. Io credere tu essere ignorante: e ignoranza è grande problema per tutti, anche per me. Perché persona ignorante è persona debole, e persona debole è persona che ha paura, e persona che ha paura è persona che diventa cattiva e aggressiva, e fa "bonk" con bastone su testa di poveraccio. Vere 'bestie' e 'belve' sono certi giornalisti (molti) e certa televisione (quasi tutta), che dicono stronzate così noi restare tutti ignoranti e potere resta in mano di potenti. Io vuole dire questo: se tu picchia un poveraccio, tu non dimostra tua forza. Tu dimostra tua debolezza e tua stupidità. Perché sua testa rotta non risolve tuo problema. Tuo problema è che tu vivere in periferia di merda, senza lavoro o con lavoro di merda. Tuo problema è che tu essere ultima ruota del carro. Allora tu volere diventare forte, e tu avere ragione. Ma nessuno diventa forte picchiando (quaranta contro due) due persone deboli. Se tu volere diventare forte, tu dovere ribellarti a tua debolezza. Tu dovere pensare. In tua crapa rapata esserci cervello. Tu allora usare cervello, non bastone. Tuo cervello avere bisogno di cibo, come tua pancia. Tu allora provare a parlare, a leggere, a chiederti perché tu vivere vita di merda. Questo essere: cultura. E cultura essere sola grande forza per migliorare uomo.
Io sapere: leggere essere molto faticoso. Pensare essere ancora più faticoso.
Molto più faticoso che gridare "negro di merda", o "sporco ebreo": gridare stronzate essere molto facile, basta vedere presidente skinhead Cossiga.
Tutti essere capaci di insultare e odiare.
Me non importare niente se tu avere crapa rasata e scarponi: per me, tu potere anche metterti carciofo su testa e tatuare tue chiappe. Me importare che tu rispetta te stesso, tuo cervello e tua dignità, così forse tu impara anche a rispettare altri uomini. Se tu grida "sporco ebreo", tu dovere almeno sapere cosa essere ebreo. E se tu sapere cosa essere ebreo, tu provare a chiederti come sarebbe bello se bruciassero in forno tua madre, tuo padre, tuoi fratelli, tuoi amici e te. Se tu comincia a fare domande, tu comincia a vincere. Domande essere come chiavi di macchina: basta una domanda per accendere motore e andare lontano.
Io molto preoccupato per te (e anche per testa di quelli che vuoi picchiare). Io preoccupato perché il potere, quando vede persone ignoranti e cattive, può fare due cose: metterti in prigione, e prigione è come immenso "bonk" su tua testa. Oppure servirsi di te come uno schiavo, mandarti a picchiare e torturare e bruciare mentre lui, intanto, vive in bella casa con bella macchina e bella figa. Vuoi essere libero? Tieni tua testa rapata, ma impara ad amare tuo cervello. Forza e potere abitano lì:
dentro zucca, non sopra zucca. Ciao.

Michele Serra
(da Cuore del 27 gennaio 1992)

mercoledì 1 maggio 2013

Venuto al mondo

Quando ho iniziato a leggere questo libro mi sono chiesta come mai ne fossero tutti così entusiasti. Ma c'è voluto poco perchè cambiassi idea. E' iniziato in sordina, per poi conquistarmi sempre più, coinvolgermi, emozionarmi.
La storia è il contenitore di tutte le fondamentali emozioni umane. C'è l'amore, c'è l'odio, c'è la vita e c'è la morte... e c'è il desiderio di maternità (ma anche di paternità). Ogni sentimento ha il suo opposto, come del resto accade sempre nella vita. Lo sfondo è una guerra a noi vicina, vicinissima, sia per tempo che per luogo. Come si può riuscire ad amare in mezzo a tanto odio? C'è chi pur di avere un figlio farebbe di tutto e chi invece in un figlio non può che ritrovare l'orrore degli eventi che hanno portato a concepirlo. Ci sono verità non dette e scoperte solo dopo tanto tempo, quando forse è più facile accettarle. Ci sono domande, tante domande e non sempre hanno una risposta.
Un libro che mi ha lasciata senza fiato.