sabato 25 gennaio 2014

Ma come fanno?

Io non capisco molte cose: vabbè, sono un essere umano e quindi sono imperfetta. Il problema è che ci sono alcuni esseri umani che appaiono perfetti, e io non capisco proprio come ci riescono. Non parlo di divi del cinema o qunt'altro, ma di persone comuni (si, insomma, in realtà poco comuni), che potrebbero avere una vita come la mia, che conosco, che incontro....
Quelle che hanno la casa perfetta. Entri e non c'è un filo di polvere (che siano le 8 del mattino o le 10 di sera), non una macchia microscopica sul pavimento, non un oggetto fuori posto... La cucina immacolata, la sala che sembra uscire da una rivista d'arredamento: qualunque sia lo stile della casa, è tutto perfetto. Ma come ci vivono? spesso c'è anche il vaso di fiori freschi, il profumo leggero di essenze... Io non sono particolarmente ordinata e vivo con almeno due disordinati cronici, ma sarebbe comunque un disastro.
Quelle che hanno anche il giardino perfetto. Prato sempre all'altezza giusta, fiori rigogliosi, non una foglia d'autunno. E poi sedie, tavolino, la sdraio d'estate... e magari hanno pure il cane. Io di cani ne ho due, il pezzetto di prato sembra una giungla amazzonica (sia per l'altezza dell'erba che per le buche), le foglie per terra ci sono in tutte le stagioni......... e mi fermo qui, perchè ci vuole troppo perfino per descrivere la devastazione.
Quelle che organizzano cene perfette. Tavola ben apparecchiata, magari pure il centrotavola a tema e non capita mai un imprevisto. Fanno pure i piatti decorativi e i dolci sembrano preparati da un cake designer. A me piace cucinare, ma la parte artistica è inesistente. La tavola non è mai come vorrei e sebbene il cibo sia buono, non mi riesce mai la parte visiva.
Quelle che sono sempre vestite alla moda. Pantalone largo, pantalone stretto, maglia corta, maglia lunga..... sembra che si rifacciano il guardaroba ad ogni stagione, senza mai sbagliare. Ma quel che è ancora più impressionante è che se le sorprendi in casa sono perfette anche lì. Io ho il mio stile sportivo, mi affeziono ai capi con cui sto comoda e poi in casa vado di tute, ma quelle vecchie, smesse, fuori moda, anche un po' macchiate: come cavolo si fa a pulire o cucinare senza sporcarsi mai e senza essere comodi?
Quelle che sono sempre in perfetto ordine: mai un capello fuori posto, truccate anche al mattino presto, anche se solo vanno a fare la spesa. Escono dalla piscina e riescono a sistemersi meglio che se fossero andate dal parrucchiere. Vanno in palestra e sono fresche come rose... Io sono sempre un po' precaria, i capelli fanno quello che vogliono, quando faccio attività fisica sudo e divento rosso peperone e per truccarmi non ho quasi mai tempo.
Quelle che sanno sempre cosa dire. Stai scherzando e hanno la battuta pronta. Incontrano chiunque in qualunque situazione e si sanno destreggiare. Una parola di consolazione, di comprensione, un commento politico: sempre al momento giusto e con le parole giuste. Il tono di voce adeguato, l'aria spigliata.... A me piace chiacchierare, più o meno riesco ad interagire con tutti, anche con chi non mi piace, ma tutto sommato mai come vorrei. Spesso immagino di fare la figura di quella troppo esuberante o troppo imbranata, che sa troppo o che è del tutto imbecille...
Quelle che sono aggiornate su tutto. Che si parli di attualità, gossip di bassa lega, cinema, libri, mostre, moda, personaggi famosi, politica, programmi tv, sanno sempre esattamente a che cosa ci si riferisce. E hanno una propria ben precisa opinione. Io conosco le cose che mi interessano e a volte faccio confusione pure con quelle. E spesso c'è un abisso tra quello che penso e quello che riesco ad esprimere.
Quelle che sono ipertecnologiche: hanno l'ultimo modello di tutto e lo usano come se non si potesse vivere senza. Ora usano whatsup (occhi sgranati se dici che non hai uno smartphone), hanno una app per tutto.... Io cerco di far buon uso di ciò che la tecnologia mette a disposizione, ma solo ciò che realmente mi serve: mi è inconcepibile la vita senza internet, ma in vacanza (tanto per fare un esempio) ne faccio tranquillamente a meno. e il telefono mi serve per telefonare e mandare sms. Stop.
Mi fermo qui, perchè altrimenti mi deprimo, anche perchè spesso tutte queste descrizioni si riuniscono in una sola persona e allora mi chiedo: sono alieni o io son proprio uscita male?

sabato 18 gennaio 2014

Labrador: la verità



Amo i cani e ho sempre avuto meticci o pastori tedeschi. Da lontano, come si guardano gli attori al cinema, ho sempre avuto un debole per i labrador: li vedevo belli e li immaginavo stupendi. Insomma, si guarda Brad Pitt o Johnny Depp o Orlando Bloom…..che ne sappiamo che persone sono? Dovremmo incontrarli, conoscerli, frequentarli.  Loro non li ho mai incontrati, un labrador si: Tommy fa parte della mia vita ormai da 8 anni, e ora so com’è 

Di seguito, vorrei  analizzare (per confermare, precisare o sfatare) alcuni miti riguardanti questa razza canina
-I labrador amano giocare. Vero, verissimo. Il problema è che per loro tutto è un gioco e il mio tutto è inteso in senso letterale. Dalla legna del camino al cellulare, dallo spigolo del mobile (da sgranocchiare) alla rivista posata sul tavolino, dalle scarpe al topino scampato alle sgrinfie del gatto ma finito tra le zampe di Tommy: dopo essere schiattato (di morso o zampata, c’è da scegliere) e quindi essendo immobile ho visto l’espressione da “ooops, mi si è rotto il giocattolo” seguita dallo sguardo verso di me “me lo aggiusti?”

-I labrador sono cani adatti ai bambini. Qui precisiamo, dipende dai punti di vista. Premetto che quando ho adottato Tommy le mie figlie erano più adolescenti che bambine e mia nipote (che aveva un paio d’anni) ogni volta che lo vedeva all’orizzonte si arrampicava saggiamente in braccio all’adulto più vicino, quindi la mia esperienza è limitata. Devo dire però che quando si è presentato il bimbo della mia amica (anni 3) ed è entrato spavaldo al grido di “cagnolino!!”, Tommy gli è corso incontro, lo ha atterrato e gli si è piazzato sopra stile cartone animato leccandolo e scodinzolando a più non posso. Ognuno tragga le proprie conclusioni. Quello che è certo è che avere un labrador è come avere in casa un bambino in più.

-I labrador mangiano di tutto. Vero, decisamente. Non c’è problema a somministrare qualunque medicina, non ci sono pappe che non piacciono. Semmai il problema è evitare che mangino di tutto, ad esempio le bacche del Solanum Capsicastrum, piuttosto tossiche, che hanno ridotto Tommy ad uno zombie per un paio di giorni. C’è da dire che da allora non si è più azzardato a mangiare una pianta (portare in giro i vasi si, ma questa è un’altra storia). Rubare qualunque tipo di cibo è invece un vizio rimasto.

-I labrador possono vivere in appartamento. Precisazione: io vivo in campagna e ho spazio, però Tommy è fermamente convinto di essere un cagnolino d’appartamento, di quelli che se ne stanno beatamente a dormire tutto il giorno. E la sua brandina è accanto al divano. Lui preferirebbe stare direttamente SUL divano ed è per questo che chi entra in casa mia vede che c’è una sedia rovesciata sopra al divano proprio per impedire che diventi la sua cuccia. Se invece ci siamo noi seduti  per lui poco importa: si adatterebbe benissimo a stare sopra di noi.

-I labrador sono intelligenti. E qui arriviamo ad un punto spinoso. Una delle primissime cose che ho imparato vivendo con Tommy è che il detto umano “bello e scemo” non solo è verissimo, ma si applica benissimo anche all’universo canino. Attenzione, ho detto scemo, cosa che non esclude l’intelligenza: il labrador è indubbiamente intelligente, ma usa questa sua virtù solo e unicamente a proprio vantaggio, prevalentemente per far infuriare l’essere umano che tenta di ottenere un minimo di ubbidienza.  Ad esempio quando vuole attenzione decide di prendere in bocca qualcosa di proibito e ti si piazza davanti per mostrartelo. Quando dici no, sa benissimo che significa: ti guarda (adottando il suo sguardo ebete) e poi fa esattamente quello che voleva fare. Quando lo sgridi, si mette una zampa sugli occhi per nascondersi. A parziale (molto parziale) discolpa di Tommy devo dire che quando l’ho adottato aveva già circa 8/10 mesi, quindi addestrarlo comportava molti più problemi, ma resta il fatto che tutto ciò che gli interessa lo impara in un nanosecondo, il resto…..non gli interessa, punto.

-I labrador sono affettuosi. Questo si, anche se hanno un modo assai irruento per dimostrarlo. Quando 40 kg di cane ti si arrampicano addosso ci vuole un po’ di abilità per uscirne indenni. Addirittura mitico è lo scodinzolio: sfrenato direi. La coda è un’arma impropria, se ti colpisce lascia il segno….e soprattutto spazza via tutto quello che trova nel suo raggio d’azione (assai ampio).

La conclusione? Non saprei, dipende sempre dai punti di vista. Per chi ha letto il libro (o visto il film) Io & Marley assicuro che la vita con un labrador è davvero così come viene descritta. 
Però sono anni che mi chiedo cosa intendesse il mio veterinario il giorno in cui al telefono mi disse “ho il cane perfetto per voi”: che visione ha di me e della mia famiglia?

mercoledì 15 gennaio 2014

Un po' di coraggio, suvvia!

Ho affermato più volte che con questo blog non intendo far politica. E lo ripeto ancora. Però se scrivo quel che penso, inevitabilmente traspaiono le mie idee e, se per una volta devo esprimere il mio pensiero coinvolgendo un partito... bè, scusatemi, ma quando ci vuole ci vuole.
Oggi alla radio ho sentito le parole di Matteo Salvini riguardo la posizione del suo partito in merito al ministro Kyenge, da loro contestata non per il colore della pelle, ma perchè viene pagata per occuparsi di stranieri, immigrati, rifugiati, clandestini....
Suvvia, abbiate il coraggio di dire la verità, una volta tanto! Posto che secondo me contestare non è solo un diritto, ma a volte diventa addirittura un dovere (purchè lo si faccia in modo civile, va da sè) e posto che ognuno ha il diritto di pensarla come meglio crede e di esprimere il proprio pensiero senza censure, io di questi ipocriti proprio non ne posso più.
La signora Kyenge è ministro dell' integrazione. Ora, chiunque può affermare che sia un ministero inutile, o fare tutto quanto sia possibile per abolirlo: fa parte dei diritti sacrosanti che una democrazia possiede. Però al momento esiste e quindi un ministro dell'integrazione di cosa si deve occupare? Delle poste? Dei programmi scolastici? Dell'agricoltura? Del canone RAI? No, spiegatemelo, perchè secondo me deve occuparsi di integrazione che, per sua definizione, ha a che fare con chi è straniero.
A questo punto io preferisco avere a che fare con un naziskin che dichiara il suo odio razziale perchè tra i  suoi miliardi di difetti  non ha quello di nascondersi dietro un dito, ma ha il pregio (io credo sia l'unico suo pregio) di avere il coraggio di dichiarare apertamente il suo pensiero. Sei razzista? almeno dillo, non inventarti scuse. O almeno inventane di un pochino più plausibili.


sabato 11 gennaio 2014

Omaggio a Faber

Quindici anni fa moriva un poeta. Si, non si può chiamare in un altro modo Fabrizio De Andrè. Che le sue canzoni piacciano o meno, non si può negare che siano poesia. E tra le tante ne scelgo una che non è la più bella, non è la più nota, ma mi ha sempre emozionato

Il testamento di Tito


“Non avrai altro Dio all’infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall’est
dicevan che in fondo era uguale.

Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.
Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che riguargitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Il quinto dice non devi rubare
e forse io l’ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l’ami
così sarai uomo di fede:
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore:
ma non ho creato dolore.
Il settimo dice non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:
guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri già caldi d’amore
non ho provato dolore.
L’invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:

io nel vedere quest’uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l’amore”.

giovedì 2 gennaio 2014

Un anno di libri

Ho appena scoperto di aver letto 51 libri nel 2013. Per la triste media italiana è un super record, per chi bazzica Anobii è un po' pochino, per me, il mio tempo, le mie finanze è più o meno il giusto.
Ho letto di tutto, come sempre: autori amati e autori sconosciuti, libri recenti e classici, romanzi impegnativi e leggeri, gialli, storie vere, storie ironiche....
Pochissimi mi hanno deluso o mi sono piaciuti poco, per la maggior parte ho fatto delle gran belle letture. Volendo scegliere, il migliore è stato Venuto al mondo della Mazzantini: una storia di quelle che ti restano dentro, che ti danno emozioni a non finire e che ti fanno sentire i protagonisti come fossero persone in carne ed ossa che potresti conoscere....
Una piacevole sorpresa è stato Il seggio vacante della Rowling: avevo amato Harry Potter e mi chiedevo come avrebbe fatto ad allontanarsene: bene, ci è riuscita e in maniera superba.
Bellissimo è stato anche Il dio del massacro: libretto piccolo, veloce e geniale.
Poi ci sono i libri strazianti, per un motivo o per l'altro: Non lasciarmi è di una tristezza enorme (ma questi giapponesi non ridono mai?), Anche gli orsi faranno la guerra è angosciante.
Devo (voglio) citare altri titoli che mi sono piaciuti tantissimo: Non è un paese per vecchi (molto, molto meglio del film), La vita davanti a sè, Le 12 domande, Se ti abbraccio non aver paura (si può raccontare una vita complicata senza scadere nel pietismo), Un gelido inverno, La città dei ladri (la tragedia narrata con lievità).
Ho scoperto due autori, Palahniuk e Paasilinna (diversissimi tra di loro) che sicuramente continuerò a leggere, anche se sono un po' diversi rispetto a ciò che scelgo di solito.
Tutto sommato direi che sono più che soddisfatta e ansiosa di buttarmi a capofitto nei libri ancora in attesa di essere iniziati, sempre più convinta che "chi legge vive molte vite"