Ho cominciato a leggere a 5 anni.
Ho imparato da sola. Non ho la più pallida idea del come,
mentre sul perché potrei azzardare qualche ipotesi. Figlia unica, niente asilo,
molto tempo da sola e molti libri in casa.
Quale che sia il motivo, ho iniziato la scuola che leggevo e
scrivevo bene, tanto che per tutta la prima elementare ho seguito un programma
diverso dal resto della classe. La maestra voleva che io passassi direttamente
dalla prima alla terza, ma i miei genitori hanno saggiamente rifiutato. Non ho
dovuto forzare le tappe e questo mi ha
aiutato a mantenere un buon rapporto con la scuola e con i libri.
Da bambina amavo l’avventura e i gialli: ho divorato Salgari
e una collana Mondadori che credo si chiamasse I gialli dei ragazzi o qualcosa
di simile: la mia eroina era una tale Nancy Drew (che ovviamente sognavo fosse
il mio alter ego).
L’età d’oro della lettura è stata decisamente quella delle
scuole medie. Da una parte ho scoperto la biblioteca del paese in cui vivevo e
ho avuto un’insegnante di italiano bravissima che non ha mai imposto nulla ma a
cui chiedevo consigli, dall’altra c’erano le lunghe estati solitarie che
passavo nella casa in cui ero nata ma che all’epoca era diventata la casa delle
vacanze. Troppo grande per giocare ma troppo piccola per andare in giro, senza
le mie amiche e con lunghe giornate vuote, avevo scoperto i libri che si erano
accumulati in quella casa 8di mia mamma e dei suoi cugini). E così leggevo. Tra
l’ingresso e il giardino c’erano tre gradini in cemento: ci mettevo un cuscino
e mi piazzavo lì, a volte dopo pranzo e restavo fino all’ora di cena, senza
muovermi e divorando di tutto: dai romanzi rosa di Delly ai grandi classici
come Dickens o D.H. Lawrence (ricordo l’espressione un po’ stranita di mia
mamma quando mi ha trovata con L’amante
di Lady Chatterley!)
Gli anni del liceo sono stati quelli che io definisco delle
letture sistematiche: trovavo un libro che mi piaceva e mi facevo un punto d’onore
di leggere tutti gli altri libri dello stesso autore (mania che mi è in parte
rimasta). C’è stato Hemingway, Steinbeck, Pavese, Hesse, Silone….
L’università mi ha rallentata un po’: studiando letteratura
avevo talmente tante letture per dovere che un po’ 8ma solo un po’) stavo
perdendo il gusto della lettura per piacere. D’altra parte però un esame di
ispano-americano mi ha aperto la porta sulla letteratura sudamericana (partendo
da Marquez), diventata poi uno dei miei tanti amori.
Ho ripreso un ritmo di lettura normale per i miei standard
finchè non sono arrivate le figlie. Sebbene appena avessi scoperto di essere incinta il mio
primo acquisto per il bebè sia stato un libro, per me il tempo si è ridotto
sempre più. Il vero periodo “buio” però è iniziato con la nascita della seconda
figlia: le bimbe, la casa, i lavoretti per arrotondare mi facevano arrivare a
sera esausta e senza aver avuto un attimo libero. Credo di aver letto non più
di 4 o 5 libri all’anno. In compenso passavo ore a leggere alle figlie, che
erano sommerse dai libri 8e tutt’ora sono grandi lettrici): alcuni li ricordo
ancora a memoria!
Pian piano sono riuscita a riprendere i miei spazi di
lettura fino ad arrivare alla sensazionale 8per me) scoperta del social Anobii,
che mi ha cambiato molte prospettive.
Innanzi tutto ho trovato persone con cui confrontarmi (oltre
ai pochi amici lettori che avevo), poi sono passata dal comprare uno o due
libri per volta ad avere in casa una cinquantina di libri ancora non letti. Ho conosciuto nuovi autori, sto
partecipando alla prima sfida letteraria della mia vita, sono stata al Salone
del Libro, ho conosciuto un’autrice e ho
organizzato la presentazione del suo libro…. Se possibile, sono diventata
ancora più 2innamorata” della lettura.
Non sono ancora
riuscita ad appassionarmi all’ebook reader, che ho e anche ricco di titoli…ma
ancora non mi ci trovo. Io voglio avere in mano il libro tradizionale,
sfogliarlo, annusarlo 8l’odore della carta è tra i miei profumi preferiti)…
Magari tra qualche anno cambierò idea, ma per ora è così.
E quindi “io leggo perché”…non c’è bisogno di un perché. Il
fatto di amare la lettura è semplicemente qualche cosa che mi definisce, come l’altezza
o il colore degli occhi.
In tutta questa storia c’è solo un piccolo ma inevitabile
rammarico: così tanto ancora da leggere e solo una vita per farlo….
Che meraviglia questo post!!! *_* mi ci sono ritrovata per molte cose. Hai ragione, c'è tanto da leggere ed abbiamo una sola vita.. eppure, se ci pensi, leggendo è come se ne vivessimo una diversa ogni volta :) un abbraccio!!!
RispondiEliminaAnch'io, uguale uguale a parte i gradini di cemento!
RispondiEliminaAh, l'odore buono dei libri!!!
Flo