domenica 20 aprile 2014

Ci sono giorni che.....

Avete presente quella sensazione tipica di quando si è ad un concerto, pigiati tra centinaia di persone, tutti quanti a cantare e ballare insieme al cantante/gruppo di turno? Quella sensazione di far parte di un qualcosa di più grande, quella sensazione di appartenenza. Non sei solo, sei la cellula di un organismo più grande, ti senti all'unisono con tutti gli altri... Ecco, questo è un qualcosa che mi manca nella vita di tutti i giorni. Ok, un concerto è un momento particolare, mica si può essere esaltati così ogni tre per due. Però ogni tanto vorrei sentire un qualcosa di simile in situazioni più normali, più quotidiane.
Sarà perchè da bambina mi sono trasferita spesso. Non ho un luogo dove posso dire di avere radici, quelle che ti vengono dall'essere nata e vissuta per anni nello stesso paese. D'altra parte non sono mai stata in luoghi così lontani o diversi da essere considerata un po' "esotica", neppure da avere quello che (un po' pomposamente) si definisce il mondo come casa. No. Ogni trasferimento una specie di taglio col passato: di ogni luogo in cui ho vissuto mi restano conoscenze, ricordi e poco di più.
Per questo non ho il classico gruppo di amiche che mi conoscono "da sempre". Ovviamente ho amiche (anche molto care), ma tutte amicizie nate in età adulta e quindi con una connotazione diversa. Ogni amica è in un certo senso un qualcosa a sè stante: io e lei, mai noi parte di un gruppo.
Con gli anni ho imparato a stare bene con me stessa, ad essere capace di stare da sola, a cercare la compagnia solo quando ne ho voglia o occasione, non a tutti i costi.
Però (c'è sempre un però). Però mi capita spesso di sentirmi una specie di outsider. Come se fossi una persona invisibile in mezzo ad una folla. come quando da bambini si fanno le squadre per un gioco ed il più imbranato del gruppo viene sempre scelto per ultimo, anzi, se si è dispari resta fuori dal gioco: mi sento un po' una bambina imbranata dispari.
E mi chiedo dove sta il problema. Attimi di malinconia che mi fanno vedere la realtà deformata? Circostanze casuali che quindi non dipendono nè da me nè da altri? Oppure davvero c'è qualcosa che sbaglio, qualche segnale che parte da me e viene captato distorto da altri (o che io distorco già in partenza)? Non lo so, e spesso ci rimugino sopra quando non rieso ad addormentarmi.
Vorrei una bacchetta magica per cambiare le cose, o almeno per capire....
Mi pare di essere il patetico orfanello di storie strappalacrime che guarda le finestre illuminate delle case e schiaccia il naso sul vetro osservando la felicità e il calore altrui. C'è una lastra di vetro tra me e il mondo che vorrei. L'ho messa io o la mettono gli altri? Questo è il dilemma che vorrei risolvere.
E intanto guardo, ascolto, fingo, sorrido.... e continuo a sperare che, prima o poi, anch'io venga scelta per far parte della squadra.

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